mercoledì 18 ottobre 2017

I festival delle Nomination

I film in genere, oltre al tema o alle proposte, vengono realizzati il meglio possibile per poi essere riconosciuti per il loro genere. Il voto nei film, come abbiamo visto per la critica, è basato anche su questo, e in tutti i continenti su questo pianeta hanno un festival che caratterizza un premio per i film. In genere le nomination sono sempre le stesse, tra il “miglior attore”, “miglior scenografia originale”, “migliore musiche”, e così via. La scuola più famosa è l’Academy Award, o meglio noto come “premio oscar”, la quale è ritenuta il premio cinematografico più prestigioso e antico al mondo, dove venne assegnato per la prima volta il 16 maggio 1929. Dal 2002 la cerimonia di premiazione si svolge all'interno del Kodak Theatre di Hollywood. Il premio è fondamentale per un film, facendo capire, anche, cosa c’è di speciale in quella pellicola. Ora vedremo come vengono caratterizzati questi premi facendo un piccolo esempio di una valutazione ad una nomination. Intanto si può dire che, come accennato prima, i festival possono essere vari come “il festiva di Festival di Cannes”, “Il festival di Venezia”, “l’orso d’oro”, oppure “la palma d’oro”, e tanti altri ancora. Partendo, appunto, come esempio il nomination come migliore attore, o attrice (due premi separati):
L'Oscar al miglior attore è un premio cinematografico assegnato all'attore/Attrice votato come migliore dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l'ente che assegna gli Academy Awards, i celebri premi conosciuti in Italiacome premi Oscar. Come per gli altri premi Oscar, viene assegnato nel corso di una cerimonia che si svolge in un teatro di Hollywood.


Leonardo Di Caprio e Kate Winslet agli Oscar
Morando Morandini fu uno dei primi critici cinematografici ad introdurre in Italia, nel 1975 nella stampa quotidiana, nel giornale "La Notte", il sistema delle "stellette" mutuato dalla critica statunitense, ossia un giudizio sommario dato al film attraverso l'attribuzione di piccole stelle (o asterischi, o pallini) a seconda del valore dello stesso. Generalmente la scala utilizzata è di cinque stelle, ma molte pubblicazioni usano attribuire anche i mezzi voti. La rivista mensile "Cinema" iniziò ad usare il voto con le stellette sino dalla fine degli anni 30. Esistono anche metodi di valutazione diversi a seconda della pubblicazione. Alcune testate preferiscono dare un'etichetta al film piuttosto che un giudizio di merito, utilizzando un aggettivo che possa servire a comunicare istantaneamente il tipo di film trattato. Altre danno il voto in decimi, altre ancora usano soltanto quattro stellette, ma il sistema più utilizzato è di gran lunga quello delle cinque stellette. Per quanto possa venir facile paragonare il voto che un critico dà ad un film a quello che lo stesso critico ha dato in passato ad altri film, in realtà il voto è da considerarsi a sé stante. Roger Ebert, il primo critico cinematografico a vincere il Premio Pulitzer e uno dei critici più influenti d'America, nella sua recensione diShaolin Soccer ha bene espresso questo concetto: "Il sistema delle stellette è da considerarsi relativo, non assoluto. Quando chiedete ad un amico se Hellboy è un bel film, non gli chiedete se è un bel film rispetto a Mystic River, gli chiedete se è un bel film rispetto a The Punisher. E la mia risposta sarebbe che, se in una scala da 1 a 4 Superman è 4, allora Hellboy è 3 e The Punisher è 2. Allo stesso modo, se American Beauty è un film da 4 stelle, allora Il delitto Fitzgerald ne merita due". Il rischio di assegnare un voto ad un film è quello che il lettore si fermi al voto e non legga poi la recensione. In realtà il voto è nato come compendio alla recensione, come riassunto del giudizio critico da esso non separabile. In teoria il voto dovrebbe servire per incuriosire il lettore nei confronti del film e della recensione stessa.

Una scena del film "shaolin soccer"
I registi sono molto importanti e particolari in questo caso, come appunto il mitico Bernardo Bertolucci che ci ha regalato emozione come nel film “I sognatori”, o “L’ultimo tango a Parigi”, sono film che pur se non nominati ai premi del cinema saranno lo stesso classifica nella lista di “miglior film”. E parlando di registi possiamo ricordare tanti altri per i loro generi particolari e unici, come i film dei fratelli Coen con il film “Non è un paese per vecchi”. Un film che non ha una colonna sonora fissa, ma le immagini e le parole fanno tutto il film. Oppure il genere “Provaci ancora Woody”, con i suoi film da attore e regista, partendo da “Io e Annie”, e “Midnight in Paris”

Una scena del film "Midnight in Paris"
La critica teorica ha una funzione di base diversa dalla critica giornalistica. Mentre lo scopo di quest'ultima è guidare la scelta del lettore su quale film vedere e quale evitare, la critica teorica si pone come scopo quello di permettere al lettore di meglio apprezzare il film che ha appena visto, o che sta per vedere. L'approccio del critico teorico è quindi quello di un vero e proprio studioso, che analizza il film cercando di capire i motivi (anche tecnici) della sua riuscita artistica, la sua importanza all'interno di una corrente o di una poetica e il suo valore storico e sociologico. Rispetto al critico giornalistico, quello teorico tende a lavorare su film meno recenti, anche solo di pochi mesi. Il lavoro di teoria cinematografica è ciò che negli anni ha riconosciuto ed etichettato le diverse scuole e le diverse correnti, analizzandone e raccontandone le caratteristiche e i protagonisti. Quando si occupa di cinema contemporaneo, il critico teorico ne studia le caratteristiche e le mette in relazione con il cinema passato per provare ad intuirne gli sviluppi futuri, dell'autore come del cinema in generale. Solitamente, il lavoro di teoria cinematografica viene svolto all'interno di riviste specializzate e con un indirizzo editoriale molto preciso, indirizzate quindi a un pubblico particolarmente attento e interessato, oppure attraverso lunghi saggi pubblicati sotto forma di libro sulla carriera di un autore o anche su di un singolo film. Sono piuttosto frequenti i casi di critici teorici che tengono corsi universitari o organizzano rassegne di film all'interno di festival del cinema.

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