sabato 14 ottobre 2017

Ci sarà una volta Blade Runner 2049

La trama della prima pellicola ruota attorno a un gruppo di androidi recentemente evasi e nascostisi a Los Angeles e al poliziotto Rick Deckard, ormai fuori servizio, che accetta un'ultima missione per dare loro la caccia. Il primo Blade Runner è ambientato nel 2019 in una Los Angeles distopica, dove replicanti dalle stesse sembianze dell'uomo vengono abitualmente fabbricati e utilizzati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri. I replicanti che si danno alla fuga o tornano illegalmente sulla Terra vengono cacciati e "ritirati dal servizio", cioè eliminati fisicamente, da agenti speciali chiamati blade runner. Il sequel di Blade Runner riprende tutto ciò che si era lasciato nel vecchio film di Ridley Scott, compreso le scenografie che sono state inquadrate al punto di riprendere lo stile del vecchio film. In effetti Blade Runner non aveva bisogno esattamente di un seguito, ma diciamo che questo film viene preso di più come una spiegazione del primo film, rendendo tutto il discorso un pò più chiaro. Ricordiamo che il primi film è uscito nelle sale dando un pochino di confusione a chi lo seguiva. Ecco, il niovo film è servito per comprendere di più la storia. In effetti gli anni non sembrano passati più di tanto.

Un paragone con il nuovo film a sinistra, e il vecchio a destra
In questo modo possiamo anche notare come questo sequel riprende il film di trent’anni fa ma, una cosa in più è che, Denis Villeneuve mette una sua parte personale in questo Blade Runner 2049, mette dentro anche atti ispirati ad altri film di fantascienza, come ad esempio il film “2001 odissea nello spazio” di Stanley Kubrick. Villeneuve riprende l’idea del film di Kubrick geniale di contaminare un design futuro duro e puro con elementi d’arredo settecenteschi. La cosa si può notare anche con una delle musiche usate nel film che prende come sottofondo una musica classica. Se il primo attingeva all’Art déco e all’ingegneria anni ‘20, qui per creare uno strano effetto straniante il palazzo dove vive Deckard vengono incorporati elementi simili a quelli della stanza in cui finisce Dave quando arriva a Giove e viaggia nell’infinito.

Una scena del film paragonata allo stile di Kubrick
Giocando un po’ con gli occhi, invece, come nel film “Aliens” di James Cameron, noteremo come viene sicuramente utilizzato alla stessa maniera lo score elettronico. Una cosa simile lo vediamo anche nel film con Silvester Stallone “Demolition Man”, in cui si vede una scena del cattivo che infilza l’occhio di una vittima del film per potere aprire una porta che ha come combinazione il riconoscimento facciale.

Una scena del film "Demolition Man"
Il regista fonda gran parte del senso del suo film nella malinconia degli ambienti e utilizza sempre luci mobili nelle stanze. Un’immagine che dovrebbe rendere già il film un qualcosa di unico rispetto ad altre pellicole ispirate alla fantascienza. Una cosa in qui si riprende un po’ in tutto il film è Il tono e lo stile compassato di Tarkovsky che di certo non corre rapido come l’originale ma preferisce avere il passo contemplativo dei film del regista russo. Ricordiamo in oltre che il primo film Blade Runner nel 1982 non ebbe tanto successo come adesso, in cui in quello stesso anno è uscito nelle sale cinematografiche insieme al film di Spielberg “ET”. Una cosa che ha reso appunto unico questo film è il suo senso di rappresentare la realtà, come questi silenzi cupi la quale sembra che stia per arrivare la morte da un momento all’altro.

Una scena del film "Tron"
Soprattutto questo film ha un grande rapporto con la natura, o quello che ne rimane, e gli ambienti all’aria aperta, se ne nutre e si capisce che la loro vastità e la loro indifferenza quasi mistica ha un senso profondo. Il film riprende tanti aspetti di ciò che potrebbe avere qualsiasi immagine in un film fantascientifico. Ma una cosa a dir poco stupenda non può che essere il finale, la quale nel primo film termina con una delle frasi migliori del cinema, mentre in questo diciamo che termina con una delle scene più belle dl cinema, tra la fine e l’inizio (morte e vita), come se stesse dando una certa speranza a un futuro migliore. Un sacrificio di una vita per un'altra. Sapendo che il tempo continuerà a scorrere comunque, anche dopo la morte. Pur se si termina uno dei tanti percorsi della vita, si può continuare a sperare, percorrendo una strada infinita attendendo piano piano la fine di tutto.

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