Kubrik ha creato un cinema
tutto suo con delle tecniche cinematografiche che già esistevano, ma le storie,
le inquadrature vengono definite proprio “inquadrature alla Kubrik”. Kubrik si
ispira fin da piccolo alle storie dei miti greci e alla fantascienza, infatti, ci ha lasciato uno dei suoi capolavori assoluti, “2001: Odissea nello spazio” (1968). La storia è come se
la rancotasse un filosofo. Dall’inizio di tutto a un cambiamento globale,
proprio come dire dalla A alla Z.
Una delle scene iniziniali del film "2001 Odissea nello spazio" |
Quando una scimmia, o l’uomo prestorico si
accorge come può usare, un osso di animale come bastone, in modo da difendersi o attaccare, si passerà a un tipo di cambiamento che noi stessi non siamo
supportati a capire. Capita qualcosa che fa parte della vita, come un cambiamento. La censura che ci spunta proprio ogni volta che si
percepisce a un cambiamento. Questo ci capita fino alla fine, o anzi fino alla
rinascita, visto che il film finisce proprio con un utero in gravidanza. In
molte scene Kubrik usa delle inquadrature tedesche, perffette per ogni angolo.
La scena del futuro con il protagonista che guarda la "censura" |
Il suo più grande capolavoro mai realizzato fin'ora è stato proprio questo film. Una navicella spaziale che tramite una telecamera di sorveglianza tenta di uccidere i due personaggi dell'equipaggio. Se avessi visto il film negli anni '70, proprio nel grande schermo, quell'impressione di essere osservato da perttutto mi sarebbe venuto guardando ogni cosa strana mi girasse intorno. Signore e signori, questo film, nel vero senso della parola, è un qualcosa di "spaziale".
L'occhio della telecamera della navicella spaziale |
Le
basi della conoscenza le comprendiamo fino a quando possiamo capirlo, ma non
possiamo renderci come può succedere. I veri casi della vita che sono portati al proprio destino. Proprio in “Arancia meccanica” (1971), che Kubrik ci fa intendere una violenza quasi normale, come nei
film di Quentin Tarantino. In questa storia, Kubrik, mette in mezzo la psicanalisi, dove
può arrivare la mente umana, il limite della follia. Un'altra volta l’infinito.
Invece una storia, sempre molto simile alla realtà che prende come riferimento
la severità umana è “Full
Metal Jacket” (1987), con la rappresentazione del "Sergente Maggiore Hartman", interpretato da Ronald Lee Ermay.
Un personaggio dei Marines e il Sergenta Hartman |
Il libro di Arthur Schnitzler, "Doppio sogno", Kubrik si ispira girando un altro film. Purtroppo il suo ultimo film. Ha
voluto rappresentare uno dei suoi ultimi capolvori, studiati sempre con la sua
mente, in maniera "strana" ma bella. Persino Tom Cruise dice in un intervista che "Kubrik volava spesso verso lìimpossibile".
Una scena del film "Eyes Wide Shut" |
“Eyes
Wide Shut”
(1999), con Tom Cruise e Nicol
Kitman, rappresentan la storia di due personaggi come nel teatro. Le battute al punto giusto con quella suonata
melodica sottofondo. Stanley Kubrik ci ha fatto conoscere un mondo tutto suo.
Forse, un mondo in cui egli stesso è morto.
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