domenica 25 ottobre 2015

I padri fondatori del cinema degli anni ’80

I padri fondatori del cinema degli anni ’80 sono Jams Cameron con “Terminator”, Braian De palma con “Gli intoccabili”, Braian Scot con “BladeRunner”, il mondo per come non lo abbiamo mai visto, e Spielberg che ci fa vedere lo squalo come una belva assassina.
In "Terminator" vediamo un Un Robot che viene ordinato di tornarre nel passato per uccidere un riuvale dell'informatica, addirittura prima che nascesse, quindi la missione è di uccidere la madre. La seconda parte "il giorno del giudizio", il Robot sta dalla parte dei buoni. Le famore frasi sono "Vieni con me se vuoi vivere" e "Ora capisco perché voi umani piangete, io non potrei mai farlo". La cosa che mi ha copito di più è il saluto che fa il Robort prima che se ne va via. Un gesto che solo gli umani possono capire.
Una scena del film "Terminator" che rappresenta il saluto tra Robot e Umani
Il gangster movie lo prende anche Braian De Palma con "Gli intoccabili", raccontando la storia come un Werster degli anni '70. Le musiche eroiche, le frasi di Eliot Ness (kevin Costner) dette al momento giusto. Il regista ci fa capire persino la differenza delle due religioni tra "Protestanti" (Americani) e "Cattolici" (Irlandesi). Jimmy Malone (Sean Connery) è un polizziotto Irlandese che non si fa corrompere dalla malavita. Questo spiega il perché non ha fatto carriera. Tutte e due se la dovranno vedere con Al Capone (Robert De Niro) che sta per procurare l'alcol all'America nel periodo del proibizionismo. La storia è tratta da una vicenda vera, usando i veri nomi dei personaggi della realtà.
La squadra degli intoccabilli
Il Cinema degli anni '80 è un mondo per come non lo abbiamo mai visto, “Bladeb Runner” di Braian Scot ci fa vedere un evoluzione del futuro. E forse anche ricordare un mondo come "2001 odissea nello spazio". La classica storia di umani e Robot che vivono insieme. Più che Robort, qui si tratta di un essere vivente troppo superiore in confronto alla mente umana. Rutger Hauer pronuncia una delle frasi più belle del cinema "io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi di combattimento in fiamme all'argo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B Vallenare nel buio vicino le porte di Tannoise. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire". Vedete ancora una volta come viene affrontato il tempo. Il limite dell'essere umano, come ogno cosa vivente che conosciamo è la morte. Dopo non sappiamo più nulla.
Rutger Hauer in una scena finale del film "Blandeb Runner"
Scommeto che dopo il film di Spielberg "lo squalo", molti di voi non si sono più buttati nel pedalò a mare. Vabbè, se è si o no non importa. Spielberg ci fa vedere un animale pericoloso del mare, appunto lo squalo, che come i cani, gli squali stanno attenti al loro territorio e se qualcuno li disturba il cane lo accatta. Per questo gli squali vengono definiti "pesci cani". Questa maniera di rappresdentare lo squalo carnivoro è un po troppo "action man", il simbolo ufficiale degli anni '80. Lo squalo in realtà non attacca l'uomo per mangiarlo ma lo attacca per errore. Gli sembra che si possa trattare di una "foca" o di altri pesci. Nerl film vediamo che lo squalo è portato a fare cose assurde, intelligente quasi come un essere umano. Come il dinosauro di "Jurassic World". Questo è impossibile ma è bello crederlo nei film. perché in quella realtà, in quella dimensione, tutto è possibile, è solo la somiglianza con la nostra dimensione che ce lo fanno rendere speciale. Pensiamo con questo esempio i film dell'orrore.
La locandina del film "Lo squalo"
L’horror movie ha portato anche un grande spettacolo del cinema, come nel film “La casa” di Sam Raimi. Un grande successo, anche se l’horror più famoso del cinema è del padre degli anni ’80, gli anni '70. Si tratta dell’ "Esorcista", diretto William Friedkin nel 1973. 
Linda Blair nel film "L'esorcista"
Qusto stile di cinema "action man" è uno dei miei generi preferiti ma lo sconvulsolo degli anni '90 lo ha portato solo a farlo rimanere un ricordo.L'evoluzione va avanti e per questo l'effetto cambia anche se parliamo delle solite storie. Ricordando la famosa frase di Rutger Hauer in “Bladeb Runner”, possiamo dire che per il cinema degli anni '80 "è tempo di morire".

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